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In genere quando si parla di tarantella si pensa ad un'esperienze di musica e danza terapeutica - atta appunto a guarire quelle persone (in maggior parte donne) che erano state 'morse' dalla tarantola- e che in quanto tale veniva praticata in giri ristretti delle famiglie e dei vicinati e addirittura messa a tacere.

Questa tradizione in Italia Meridionale è andata perduta già da alcuni decenni.
Un po' più a lungo invece si è conservata una forte tradizione di balli che variano spesso di paese in paese. Nel corso di feste religiose o anche profane, il ballo era spesso una di quelle poche occasioni per dimenticare le fatiche quotidiane della campagna e liberare il corpo dalle costrinzioni sociali e della morale comune .

Non a caso in quasi tutte le coreografie -alquanto minimali- delle diverse tarantelle i ballerini raggiungevano uno stadio in cui ci si dimenticava di sè stessi, ci si perdeva nel ballo.

Il gruppo (la ronda) era il momento di identificazione, esso offriva sicurezza ai singoli danzatori, i quali provenivano spesso dallo stesso paese e probabilmente erano legati da vincoli familiari molto stretti.

Francesco Campitelli www.tarantola.de