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In
genere quando si parla di tarantella si pensa ad un'esperienze di musica e danza
terapeutica - atta appunto a guarire quelle persone (in maggior parte donne) che
erano state 'morse' dalla tarantola- e che in quanto tale veniva praticata in
giri ristretti delle famiglie e dei vicinati e addirittura messa a tacere.
Questa tradizione in Italia Meridionale è andata perduta già
da alcuni decenni. Un po' più a lungo invece si è conservata
una forte tradizione di balli che variano spesso di paese in paese. Nel corso
di feste religiose o anche profane, il ballo era spesso una di quelle poche occasioni
per dimenticare le fatiche quotidiane della campagna e liberare il corpo dalle
costrinzioni sociali e della morale comune . Non a caso in quasi tutte
le coreografie -alquanto minimali- delle diverse tarantelle i ballerini raggiungevano
uno stadio in cui ci si dimenticava di sè stessi, ci si perdeva nel ballo.
Il gruppo (la ronda) era il momento di identificazione, esso offriva
sicurezza ai singoli danzatori, i quali provenivano spesso dallo stesso paese
e probabilmente erano legati da vincoli familiari molto stretti. |